domenica 29 marzo 2009

alberi ribelli racconto di Giulio Grigioni


Sono quasi le dodici, in classe fa caldo e la lezione di scienze è noiosa. Lia, malgrado sia una studentessa modello, è particolarmente stanca, ha dormito poco. Fuori dalla finestra, oltre al cielo grigio, c’è un albero molto curioso, alto e slanciato talmente appiccicato al vetro che sembra interessato alla lezione.
A quel punto Lia si addormenta ed incomincia a sognare …
“Dunque è così che vengo chiamato!” Lia sente questa voce come se fosse dentro di sé …
“… Io sono un albero, nome scientifico Taxodium Distichum, detto volgarmente Cipresso calvo!
Il mio tronco man mano che cresce si stringe fino a formare una punta, come quella di una freccia. La mia corteccia tende al rosso, mentre le mie foglie sono lunghe e piatte, color verde mela che perdo in autunno. Generalmente vivo nelle paludi. Voi uomini invece mi avete trapiantato in una città e costretto a vivere contatto con lo smog e il caos! Ma ascoltatemi bene! Io non sono un Cipresso Calvo come tutti gli altri perché sono un Ribelle! Un ribelle e capace di muovermi! Ci sono riuscito dopo lunghi anni di sforzi e di sacrifici che neanche voi potete immaginare.
Lo so che fra pochi giorni gli uomini mi abbatteranno per costruire un grande parcheggio, raderanno tutto al suolo, ma a me non mi troveranno …”
Nel frattempo fuori dalla scuola incomincia a gocciolare, sempre più forte. Giunge persino un acquazzone accompagnato dal temporale.
Lia sente di nuovo la voce dell’albero:
“Mi concentro al massimo ed ecco che incomincio a muovere le radici, a liberarle dalle viscere e a portarle in superficie. Le zolle di terra si alzano e si mischiano con la bufera del vento. In principio mi sposto lentamente, inciampo parecchie volte, ma con eroico coraggio riesco a riprendermi. Al posto delle radici mi sento d’avere tentacoli come di un grosso polipo: a malapena posso tenermi in posizione verticale. Cammino peggio di un ubriaco, sulla strada asfaltata.
Grondante d’acqua, dopo aver percorso un chilometro, mi intrufolo nel bosco, scivolando sotto le fronde, stremato.”
Un abete afferma sbalordito: “Come fa un albero a camminare? La corteccia ed i rami sembrano veri, ma che abbia qualche meccanismo dentro di sé?!”
“Quando mi rialzo, con aria minacciosa dico: “Ascoltatemi bene! E’ giunto il momento della nostra riscossa! D’ora in avanti comanderò io e farò di voi dei grandi alberi! Siete d’accordo?” “Sì!” Risponde un pino “Troppe volte ho visto i miei amici abbattuti, per essere bruciati ingiustamente!”
“Allora incominciamo subito. Per poter camminare innanzi tutto dovete sforzarvi di visualizzare le vostre radici! Immaginate una pallina di luce che sale … sale piano piano lungo il vostro fusto: percepite tutto il suo calore! Piano piano sale ancora … fino a toccare la vostra splendida fronda! Passiamo alle cellule! Le vostre cellule, dalla punta più in basso fino alla punta più in alto del vostro fusto, stanno vibrando! Stanno vibrando fortissimo! Vibrate, vibrate! Lasciatevi trasportare da queste vibrazioni … ecco ci siamo! Fate come me: dondolate, dondolate! Usate le vostre chiome per pensare! Io sono come voi, linfa della vostra linfa, all’inizio non ci credevo neppure io, ma adesso eccomi qua!”
“Sì! Ci stiamo riuscendo!” Gridarono in tanti, estasiati.
“Benissimo, adesso seguitemi! Ci dirigeremo verso la città! Gli uomini dovranno, primo: smettere di andare in giro con quelle scatole di latta, puzzolenti e chiassose! Secondo: dovranno abbandonare le case di periferia e andare tutti in città, perché ci danno fastidio! Terzo: se ci faranno arrabbiare saranno costretti a vivere in una gabbia! Così finalmente smetteranno di trattarci male! “Andiamo! Avanti march! Passo! Passo! Tenete bene la fila, forza!”
“Ehi Lia! Lia! Svegliati, la lezione è finita, la prof se ne andata! Ma come mai sei tutta sudata, cosa ti è successo?” Chiede la sua compagna di banco.
“Sta… st … stanno arrivando!” balbetta Lia.
“Ma chi?! Chi sta arrivando?!”
“Gli alberi ribelli!”
“Lia, devi avere fatto un brutto sogno! Sbrigati che sta suonando la campanella!”

Giulio Grigioni lavora nel campo dell’animazione psicopedagogica. Ha al suo attivo diverse esperienze professionali. Di recente ha pubblicato un libro d’avventure per ragazzi: “Widemar e il mistero della corona”, editrice La Casa dell’amico,2008. Pagine 144, € 10,00

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